EROGAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
AdF (Acquedotto del Fiora) gestisce il servizio idrico integrato in 55 comuni: tutti i 28 in provincia di Grosseto e in 27 in provincia di Siena.
Il territorio servito è di circa 8mila chilometri quadrati, per una popolazione residente complessiva di più di 400mila abitanti – in incremento nel periodo estivo per i flussi turistici – con una densità di circa 53 abitanti per chilometro quadrato. La rete gestita, tra acquedotto e fognatura, è di quasi 10mila chilometri, equivalente alla distanza che intercorre tra Firenze e Pechino. Complessivamente, gli impianti gestiti sono più di 3mila.
LA PRIMA VITA DELL’ACQUA: DALLA SORGENTE AL RUBINETTO
AdF preleva l’acqua disponibile in ambiente – dalle sorgenti di falda, dai campi pozzi, dalle captazioni superficiali (invasi, mari) – e la porta, potabile, nelle case dei cittadini. È la prima vita dell’acqua, dalla sorgente al rubinetto.
Approvvigionamento
La risorsa idrica destinata a soddisfare i fabbisogni del territorio servito proviene per la maggior parte dalle sorgenti di falda del Monte Amiata: le sorgenti di Santa Fiora, che si trovano nel parco della Peschiera, la sorgente dell’Ermicciolo al Vivo d’Orcia, all’interno del Parco della Val d’Orcia patrimonio mondiale dell’UNESCO, la sorgente delle Arbure e di Bugnano che nascono a Castel del Piano. Le falde sono il “serbatoio” che garantisce la fonte di approvvigionamento del ciclo dell’acqua.
Il fabbisogno idrico complessivo dei 55 comuni che viene coperto dall’acqua del Monte Amiata è di circa il 55%, la restante risorsa proviene da sorgenti locali, campi pozzi, da invasi artificiali, da fiumi o dal mare.
Il processo di captazione può avvenire secondo diverse modalità: da sorgenti da cui l’acqua sgorga naturalmente, attraverso la realizzazione di apposite opere di presa oppure tramite emungimento dalle falde attraverso i pozzi, utilizzando pompe sommerse.
Trattamento
I processi di trattamento consentono di correggere le caratteristiche dell’acqua per renderla potabile, attraverso l’applicazione di sistemi di potabilizzazione e disinfezione.
I sistemi di potabilizzazione purificano l’acqua da agenti patogeni, tossici e inquinanti e la rendono idonea al consumo umano. Le principali sostanze rimosse durante il trattamento, se presenti, sono ferro, manganese, arsenico, cloruri, solfati, mercurio, boro.
A determinare la potabilità sono precisi parametri organolettici, fisici, chimici, microbiologici indicati nel Dlgs 2-2-2001 n° 31 e s.m.i., “Qualità delle acque destinate al consumo umano”.
I processi di trattamento applicati negli impianti di potabilizzazione di AdF variano in base alle caratteristiche e alle criticità dell’acqua.
Gli impianti di potabilizzazione
Gli impianti di potabilizzazione gestiti da AdF sono 41 e producono mediamente oltre 8 milioni di metri cubi di acqua trattata all’anno.
Le filiere di trattamento possono comprendere da semplici processi fisici di filtrazione su materiali inerti (come la sabbia) o su materiali attivi (come l’idrossido di ferro o il carbone attivo granulare), a trattamenti in cui si aggiungono processi di ossidazione chimica, fino ad arrivare a sistemi chimico-fisici spinti come l’osmosi inversa, per acqua salmastra o acqua di mare.
Alla potabilizzazione segue la disinfezione, per neutralizzare la carica batterica presente in acqua e, soprattutto, per proteggere l’acqua all’interno della rete di distribuzione da eventuali proliferazioni batteriche. L’efficacia della disinfezione è garantita da una minima quantità di disinfettante che permane nell’acqua, il cosiddetto “cloro-residuo”.
Come agente sterilizzante è usato infatti il cloro, principalmente sotto forma di ipoclorito di sodio, ma anche biossido di cloro.
Il sistema di stoccaggio
Lo stoccaggio (accumulo) dell’acqua è necessario per fare fronte ai diversi momenti del fabbisogno idrico quotidiano, che varia di giorno in giorno. Il sistema di stoccaggio di AdF è composto, su tutto il territorio servito, da un sistema di 865 serbatoi.
Adduzione e distribuzione idrica
Con il termine “acquedotto” si intende il complesso delle opere di presa, convogliamento e distribuzione dell’acqua per uso potabile, irriguo o industriale.
L’adduzione è il passaggio dai punti di prelievo dell’acqua potabile ai serbatoi, prima dell’immissione nella rete di distribuzione, mentre la distribuzione è l’insieme di condotte, apparecchiature e manufatti necessari ad alimentare le utenze.
Dunque le condotte adduttrici (o adduzioni) sono quelle che trasportano la risorsa idrica dalle captazioni (sorgenti, pozzi, prese a mare, ecc.) ai serbatoi di accumulo; da questi ripartono le condotte di distribuzione, che trasportano l’acqua ai singoli contatori dei cittadini. I tratti terminali che collegano le condotte di distribuzione ai contatori sono detti “allacci”.
Le tubazioni di adduzione e distribuzione idrica sono collegate tra loro in modo da ripartire le portate e le pressioni dell’acqua in funzione della richiesta idrica.
Tra le condotte di maggior rilievo di AdF, ci sono le grandi condotte adduttrici (cosiddette “dorsali”) Fiora, Arbure e Vivo, che trasportano la risorsa idrica captata da AdF dalle sorgenti del Monte Amiata fino alla costa grossetana o alla provincia di Siena. I materiali prevalentemente utilizzati nelle reti sono l’acciaio rivestito, il polietilene ad alta densità e la ghisa sferoidale: materiali completamente impermeabili che preservano l’acqua da contaminazioni.
Le apparecchiature che concorrono a comporre la rete sono saracinesche di intercettazione, valvole automatiche per il controllo della pressione, scarichi per il lavaggio dei tronchi di tubazione e per lo svuotamento della rete, fontanelle, organi di sfiato per eliminare l’aria nel corso dei riempimenti e svuotamenti della rete.
Qualità e sicurezza dell’acqua
Analisi e controlli
AdF attua un capillare sistema di monitoraggio della qualità della risorsa idrica, che ha come pilastro l’appropriata scelta dei punti di controllo e delle frequenze di prelievo, per verificare che l’acqua captata, trattata ed erogata nell’ampio territorio servito da AdF sia sicura.
I controlli chimici, chimico-fisici e microbiologici per assicurare la conformità ai limiti previsti dalla normativa di settore vengono sempre effettuati da due distinte entità: i gestori del servizio idrico integrato e le AUSL di riferimento.
A essere messi sotto la lente sono tutti i singoli comparti della filiera idropotabile: le fonti di approvvigionamento (sorgenti di falda, pozzi, sorgenti di superficie), gli impianti di potabilizzazione, i serbatoi e i fontanelli distribuiti sul territorio.
Nelle province di Grosseto e Siena i controlli effettuati da AdF sono di gran lunga superiori a quelli previsti dalla normativa: ogni anno vengono analizzati circa 122mila parametri, secondo un piano di campionamento ben preciso che è aggiornato ogni anno e tiene conto, per frequenze e parametri, del livello di rischio in rapporto agli aspetti qualitativi e quantitativi della risorsa. Inoltre, le verifiche aumentano con la portata e con l’abbassamento del livello della qualità delle fonti di approvvigionamento e, di conseguenza, con la complessità dei processi di trattamento.
Ai controlli sui requisiti normativi poi AdF affianca quelli gestionali interni, su caratteristiche delle acque, efficacia dei trattamenti di potabilizzazione e anche sul mantenimento della qualità nelle reti di distribuzione fino ai punti di consegna.
Piano di sicurezza delle acque
AdF ha avviato un percorso per lo sviluppo dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA), un modello introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla recente normativa nazionale come mezzo efficace per garantire la sicurezza di un sistema idropotabile, la qualità delle acque fornite e la salute dei consumatori.
Il modello PSA persegue una valutazione e gestione dei rischi integrata, estesa dalla captazione al rubinetto, per la protezione delle risorse idriche lungo tutta la filiera dell’acquedotto, con l’obiettivo di garantire nel tempo l’assenza di potenziali pericoli di ordine fisico, biologico e chimico nell’acqua disponibile per il consumo.
I Piani di Sicurezza dell’Acqua si inseriscono in affiancamento e in sinergia con le consolidate procedure di controllo, introducendo un approccio prospettivo che prende in esame le caratteristiche, non solo dei singoli elementi della filiera idropotabile, ma anche dello specifico contesto territoriale, naturale e antropizzato, in cui la filiera idropotabile si trova ad essere inserita.
LA SECONDA VITA DELL’ACQUA: DAL RUBINETTO ALL’AMBIENTE
L’acqua che AdF raccoglie alla fonte e fornisce sicura e potabile alla comunità, viene poi raccolta e restituita pulita alla natura a cui appartiene. È la seconda vita dell’acqua, dal rubinetto all’ambiente.
Fognatura – Il sistema fognario
Il sistema fognario gestito da AdF è costituito dalle reti fognarie per la raccolta delle acque reflue domestiche e industriali, dagli impianti di sollevamento e dagli scaricatori di piena e dalle altre opere connesse necessarie a convogliare i reflui ai trattamenti delle acque reflue presenti sul territorio.
Utenze servite
Le utenze allacciate alla rete fognaria sono di due tipi: domestiche e industriali.
Ecco alcuni dati relativi al sistema di fognatura:
- comuni serviti: 55
- Lunghezza rete fognaria: 1.825 Km
- Impianti di depurazione e fosse Imhoff: 312
- Sollevamenti fognari: 362
Le condotte
Le acque di scarico provenienti dalle abitazioni e dagli insediamenti produttivi vengono raccolte in condotte di sezione e materiale diversi in funzione di varie condizioni, quali la quantità di refluo da trasportare e il terreno di posa. Le dimensioni delle condotte possono variare di molto, da poche decine di centimetri fino anche ad oltre un metro; il materiale più utilizzato è il PVC, anche se, in casi particolari, si trovano anche fognature in altri materiali plastici, nonché in gres ceramico o cemento.
Il funzionamento delle condotte fognarie è principalmente a gravità, anche se in alcuni casi è necessario far funzionare le condotte in pressione, inserendo nella rete opportuni impianti di sollevamento.
Scaricatori di piena
La tipologia prevalente delle reti fognarie è quella mista, ossia composta dal miscuglio di acque nere (provenienti dal metabolismo umano, dalle normali attività domestiche e dalle attività produttive) e di acque meteoriche.
Per ottimizzare il funzionamento sia delle reti fognarie miste che degli impianti di trattamento dei reflui, in tempo di pioggia, quando le portate sono elevate e sufficientemente diluite, una quota parte eccedente viene deviata dalla fognatura attraverso appositi manufatti denominati sfioratori o scaricatori di piena.
Impianti di sollevamento
Le reti fognarie possono essere dotate di impianti di sollevamento, costituiti da una vasca dove alloggiano delle elettropompe che rilanciano le acque reflue alla quota necessaria a raggiungere il trattamento finale.
Depurazione – Il processo di depurazione delle acque reflue
La depurazione delle acque reflue è il processo mediante il quale avviene la degradazione delle sostanze inquinanti presenti nelle acque reflue urbane (domestiche e industriali) a seguito dell’utilizzo antropico. La tecnologia principale e maggiormente diffusa è quella che si basa sulla rimozione meccanica e biologica degli inquinanti organici (trattamento biologico a fanghi attivi), quali carbonio, azoto e in parte fosforo e in casi particolari trattamenti chimico-fisici associati a quello biologico per il completamento della rimozione del fosforo.
Gli impianti di depurazione
AdF gestisce complessivamente 301 impianti di depurazione e fosse Imhoff sul territorio servito.
La tipologia prevalente di trattamento è quella biologica a fanghi attivi, che è presente in quasi 2/3 degli impianti e tratta il 98% della potenzialità complessiva; a seconda delle dimensioni, tali impianti sono o meno dotati di trattamento terziario prima dello scarico e di trattamento dei fanghi di depurazione prodotti.
I principali impianti di depurazione di AdF sono dotati di sistema di telecontrollo per il monitoraggio del funzionamento di tutte le apparecchiature e il controllo dei processi di depurazione.
Volume annuo
Il volume annuo trattato complessivamente dagli impianti di AdF è di circa 30 milioni di metri cubi di acqua. Di questa, una parte viene riutilizzata a fini irrigui chiudendo idealmente il ciclo dell’acqua iniziato con il prelievo dalle falde.
LA SALA DI TELECONTROLLO, ATTIVA H24 SETTE GIORNI SU SETTE
Tutto l’insieme di reti e impianti che garantisce il servizio idrico integrato nei 55 comuni serviti da AdF è tenuto sotto controllo e costantemente monitorato dalla sala di telecontrollo situata accanto allo storico serbatoio di Grancia a Grosseto.
Si tratta di un complesso sistema a tecnologia avanzata implementato da AdF, che testimonia l’importanza dell’azione portata avanti come Gruppo Acea in termini di innovazione e attenzione per la risorsa idrica.
Personale altamente specializzato visualizza e monitora in tempo reale ogni giorno, 24 ore su 24, tutti i dati sugli stati di funzionamento di impianti e reti del servizio idrico integrato, intervenendo da remoto e allertando il pronto intervento al primo accenno di anomalia.