Rispetto dell’ambiente e sostenibilità sociale binomio inscindibile che guida l’operato di Acquedotto del Fiora. Nel contesto geografico in cui opera, contrassegnato dalla pressoché assenza di distretti industriali, il gestore del servizio idrico integrato rappresenta un modello, generando un indotto significativo e specializzato per le aziende locali e non solo. La crescita costante dell’azienda, la mole degli investimenti realizzati e da realizzare, la stabilità finanziaria data da un contratto di finanziamento a medio/lungo termine di 143 milioni di euro già in fase di rientro, generano stimoli e risorse per far crescere il sistema imprenditoriale locale e mantenere buoni livelli occupazionali.
Questa la fotografia del bilancio "verde" di Acquedotto del Fiora contenuta nel primo rapporto di sostenibilità delle aziende associate "Misurarsi per migliorarsi", lanciato da Utilitalia (la federazione che riunisce quelle aziende, che si occupano di acqua ambiente e energia), curato con la collaborazione della Fondazione Utilitatis, e presentato oggi (13 dicembre) a Roma in occasione dell’assemblea generale delle federazione.
Promozione delle buone pratiche, crescita infrastrutturale, innovazione e ricerca, sviluppo sostenibile. Sono questi i capisaldi presi in considerazione dal report delle aziende dei servizi pubblici – grazie a un’analisi che ha censito 300 indicatori (economico-finanziari, tecnici, commerciali e di governance, entrando anche nello specifico dei comparti acqua, energia e rifiuti) ed è stata effettuata tra giugno e settembre su 127 aziende che complessivamente rappresentano l’88% dei lavoratori del sistema – e che raccontano come il comparto industriale sia “finanziariamente sano”, capace di generare investimenti per oltre 3 miliardi di euro e utili per oltre 1,5 miliardi. Le utility si caratterizzano per l’impiego di forza lavoro quasi esclusivamente a tempo indeterminato (oltre il 97%), con attività di formazione e potenziamento delle competenze che coinvolge l’82% dei lavoratori totali.
Il report guarda ai settori di acqua, ambiente e energia tenendo in considerazione i 17 obiettivi sullo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Da qui alle politiche e alle scelte messe in campo per la sostenibilità economica, sociale e ambientale, come per esempio l’impegno verso la decarbonizzazione, la mitigazione delle emissioni climalteranti, le iniziative di adattamento, il contrasto alla povertà e le azioni di inclusione sociale, il contributo allo sviluppo dell’economia circolare, la lotta agli sprechi e la salvaguardia delle risorse idriche. Obiettivo del report è offrire un quadro della responsabilità economica, ambientale e sociale del comparto e misurare il valore aggiunto prodotto per lavoratori, azionisti, investitori, clienti, territori e istituzioni.
Per quanto riguarda Acquedotto del Fiora, nel periodo 2002-2017 sono stati investiti oltre 400 milioni di euro per il rifacimento, ammodernamento di reti e impianti e per la realizzazione di nuove opere, che hanno permesso – pur nella consapevolezza che occorrerebbero maggiori risorse da destinare al servizio idrico integrato – di recuperare ritardi infrastrutturali e tecnologici pregressi e di accompagnare così lo sviluppo del territorio. Per garantire la qualità e la salubrità della risorsa idrica, le acque erogate sono state sottoposte ad analisi continue, con un totale di 109.798 parametri analizzati nel 2017, mentre il costante impegno nel settore della depurazione contribuisce al miglioramento e alla tutela della salute di fiumi e mari.
"Siamo molto soddisfatti di far parte di questo team dedicato alla sostenibilità – afferma il presidente di Acquedotto del Fiora Emilio Landi – Il tema ambientale, il risparmio della risorsa acqua e la sua depurazione dovranno essere i temi che guideranno la programmazione degli investimenti futuri, specialmente in un contesto geografico che punta molto sul turismo, sull’accoglienza e sulla bellezza e integrità del territorio gestito".
"La nostra azienda, insieme ad Utilitalia intende così promuovere la rendicontazione non finanziaria all’interno del suo sistema associativo – prosegue Landi – oltre che fornire un contributo misurando il grado di performance".
Secondo il report di Utilitalia, è diffusa tra le aziende la rendicontazione non finanziaria: 34 i bilanci di sostenibilità, corrispondenti al 76% del valore della produzione rappresentata. Nel 94% dei casi, il bilancio di sostenibilità viene approvato dal Cda o da altri organi amministrativi, e nel 76% dei casi presentato all’assemblea dei soci.