Accolto con grande favore, sia a livello locale che nazionale, il modello innovativo di sostegno concreto all’economia del territorio per un green new deal post Covid
Tutti dicono sì al modello di economia circolare ideato da AdF, destinato a fare scuola su tutta la penisola. È stato infatti accolto con grande favore il Protocollo presentato oggi (15 luglio) a Monte Argentario, di fronte ad una qualificata platea di attori istituzionali ed economici locali, regionali e nazionali. “FARE ECONOMIA CIRCOLARE – Per il benessere della comunità e del territorio”, questo il titolo del convegno che ha riconosciuto grande valore al progetto, primo in Italia nel suo genere. Oltre a fare sue le quattro R dell’economia circolare – ridurre, riusare, riciclare e recuperare – AdF ne aggiunge una quinta: restituire. Così come restituisce acqua pulita all’ambiente per donarle nuova vita, l’azienda guarda all’economia reale e restituisce risorse alla comunità coinvolgendo direttamente le imprese locali.
È un nuovo patto territoriale per ripartire insieme, un percorso partecipato e condiviso con tutti gli stakeholder, per dare vita a uno strumento finalizzato al rilancio economico, al lavoro e allo sviluppo del territorio, a maggior ragione nell’attuale fase di difficoltà in seguito all’emergenza Covid-19.
Grazie al regolamento operativo che traduce in azioni aziendali il Protocollo di Economia Circolare, AdF istituisce un sistema di qualificazione appositamente dedicato agli appalti cosiddetti “no core business”, creando un “Albo ad hoc” per destinare una parte degli affidamenti, quelli non sottoposti alla disciplina del Codice degli Appalti, agli operatori economici del territorio. Si stima che per questo tipo di attività l’importo complessivo annuo sia tra i 2 e i 3 milioni di euro circa. Molte le categorie già coinvolte, indicate nel Regolamento operativo, ma l’obiettivo è ampliarne sempre di più il campo di applicazione.
Per favorire le buone pratiche di sostenibilità ambientale e sociale, da parte loro i fornitori dovranno avere alcuni importanti requisiti per iscriversi all’elenco, tra cui avere la sede in uno dei 55 comuni del territorio servito, assumere dalle categorie protette, tutelare la sicurezza sui luoghi di lavoro, ottenere certificazioni di qualità e ambientali, dimostrare buone pratiche nella gestione dello smaltimento dei rifiuti, dotarsi di mezzi elettrici, garantire stabilità occupazionale, giuste condizioni contrattuali e assunzione di manodopera locale. Il tutto non da subito, ma in tempi ragionevoli e potendo contare sul supporto delle banche locali, il cui ruolo nella partita sarà decisivo.
La mattinata, presentata dal giornalista de La Stampa Roberto Giovannini, si è aperta con i saluti istituzionali del presidente del consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, del presidente della provincia di Siena Silvio Franceschelli e dell’assessore del Comune di Grosseto Simona Petrucci, insieme al primo cittadino di Monte Argentario Francesco Borghini. Messaggi di saluto e apprezzamento anche da parte di esponenti del Governo, i sottosegretari Salvatore Margiotta e Roberto Morassut.
Ad aprire i lavori il presidente di AdF Roberto Renai: “Quello di oggi non è un punto di arrivo ma di partenza, l’inizio di un green new deal post Covid. La volontà è di coniugare ambiente e lavoro, sostenibilità e sviluppo, per dare vita a una catena di fornitura resiliente e responsabile. Il nostro obiettivo è di essere più utili possibili nel dare ossigeno e respiro al territorio, puntando ad ampliare il campo di applicazione di questa nuova filosofia e dando vita ad un nuovo tipo di relazione con i soggetti del territorio”.
A seguire gli interventi di Alessandro Faienza, General Manager Toscana Banca MPS, e Fabio Becherini, Direttore Generale Banca Tema, hanno espresso grande apprezzamento per l’iniziativa di AdF e garantito il sostegno necessario degli istituti di credito del territorio alle imprese. L’obiettivo è per poter dare gambe il prima possibile a quanto previsto dal Protocollo. Dopo le banche ha preso la parola Leonardo Marras, che ha illustrato il lavoro portato avanti in questi anni dalla Regione Toscana a favore dell’economia circolare, che si ritrova pienamente in quanto proposto dall’iniziativa di AdF.
Il microfono è poi passato al direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo, che ha riconosciuto nel Protocollo un modello efficace e ben strutturato da diffondere e replicare a livello nazionale in tutti i territorio. “Quella di AdF – ha sottolineato Colarullo – è un’esperienza molto positiva che potrebbe essere diffusa in altre realtà della Penisola. Ciò è vero per almeno due motivazioni, strettamente legate alla sostenibilità economica sociale e ambientale. La prima è relativa alla spinta che, in qualità di stazione appaltante, può fornire per la transizione all’economia circolare del proprio territorio. La seconda è che AdF è entrata a pieno merito nel percorso di identificazione del cosiddetto purpose aziendale, nell’ambito del quale il profitto è la conseguenza di un ciclo virtuoso più ampio in grado di garantire benefici ai propri stakeholder e al territorio nel quale l’impresa opera”.
A seguire è intervenuta Michaela Castelli, presidente del Gruppo Acea: “Siamo molto orgogliosi – ha dichiarato Castelli – di condividere con AdF questa iniziativa di ripartenza per il rilancio del territorio con un progetto economico e culturale. Le opportunità di sviluppo, infatti, vanno valutate seguendo logiche di business innovative e moderne che tengano conto di una visione più ampia, e inclusiva, della responsabilità sociale che un’azienda deve sentire nei confronti del territorio nel quale opera, in una visione di lungo periodo. In questo momento storico, poi, questa nuova visione è ancora più urgente e tutti dobbiamo ripensare i nostri modelli di sviluppo in chiave di innovazione e sostenibilità. In questo senso le utility possono rappresentare un volano efficace per il rilancio dei sistemi economici territoriali e lo sforzo che va messo in campo deve mirare a uno sviluppo durevole, in grado di assicurare maggiore occupazione, un benessere più diffuso ed equamente distribuito”.
È stata poi la volta di Andrea Guerrini, membro del Collegio di ARERA: “Già prima dell’emergenza Coronavirus l’Unione Europea si era espressa con chiarezza, tramite il Green Deal, sulle politiche economiche in difesa dell’ambiente e per l’economia circolare. Gli stessi propositi sono stati confermati e rafforzati con il Recovery fund. Sono convinto che il settore idrico possa rappresentare uno dei driver per affermare la sostenibilità anche ambientale delle politiche di crescita economica. Sono molteplici i temi da affrontare – riuso della risorsa, risparmio idrico ed efficienza energetica – che necessitano di un’azione coordinata e sinergica tra il governo, ARERA, gli enti locali e gli operatori del settore ambientale. Ad esempio, in tale direzione va il Piano nazionale di riforma recentemente varato dal Governo nella parte in cui conferma la centralità di strumenti come il Piano nazionale idrico. Ciò in linea con quanto recentemente segnalato al Parlamento dall’Autorità, per la quale rimane centrale il sostegno pubblico anche attraverso il Fondo di garanzia opere idriche” .
A chiudere i lavori Piero Ferrari, amministratore delegato AdF.
“L’idea di economia circolare che da oggi mettiamo in campo – ha spiegato Ferrari – mette al centro una nuova concezione delle relazioni tra azienda e territorio. Questo è il primo Protocollo di questo tipo in Italia, operativo e in grado di immettere risorse nel ciclo produttivo, e io credo che possa essere adottato come modello dal nostro Gruppo, primo in Italia nel settore idrico. L’economia circolare può diventare il pilastro portante della nostra filosofia industriale, puntando su investimenti, relazioni con il territorio, persone, innovazione, sostenibilità e circolarità. Con un unico obiettivo: lavorare per il benessere della comunità e del territorio.”
A seguire, nel primo pomeriggio, la tavola rotonda dal titolo “Il ruolo dell’economia circolare nell’era post Covid: il modello toscano”, con i presidenti delle società che gestiscono il sistema idrico integrato sul territorio regionale, il sindaco di Santa Fiora Federico Balocchi, Giovanni Papaleo (Chief Operating Officer del Gruppo Acea, Responsabile Area Industriale Idrico e Presidente di Areti), Alfredo De Girolamo (Presidente Conferservizi Cispel Toscana) e un saluto di Alessandro Mazzei (Direttore AIT).