Gli affreschi di San Magno a Simignano tornano a risplendere, grazie al progetto di restauro realizzato dal Comune di Sovicille e dall’Arcidiocesi di Siena, Colle di Vald’Elsa, Montalcino con il contributo del Gruppo Acea, che ha coperto l’intero costo dell’intervento.
Gli affreschi appena restaurati, testimonianze artistiche senesi del Quattrocento, sono stati svelati oggi (4 maggio) alla presenza tra gli altri del sindaco di Sovicille Giuseppe Gugliotti, di presidente e amministratore delegato di AdF Roberto Renai e Piero Ferrari, del direttore Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici don Enrico Grassini, dello storico dell’arte e direttore dei lavori Alessandro Bagnoli, del restauratore Massimo Gavazzi, del parroco di Simignano don Giovanni Tondo e dell’ex capo delegazione FAI di Siena Donatella Capresi.
“Il disvelamento e il recupero delle pitture murarie quattrocentesche di Simignano assumono un’importanza straordinaria, non solo per il contenuto artistico dei dipinti restituiti alla comunità, ma anche per il messaggio che ci viene consegnato – ha detto il sindaco Giuseppe Gugliotti – Opere così imponenti e preziose collocate nella chiesetta di un piccolo borgo in mezzo alla Montagnola ci ricordano che non esistono centri e periferie, ma piuttosto una rete di realtà, ognuna ricca delle proprie specificità, dalla cui sinergia riparte un nuovo e più armonico sviluppo del territorio. Ringrazio di cuore la comunità di Simignano, Acea, AdF, e tutti coloro che hanno contribuito a scrivere questa bella pagina di storia locale”.
“Come AdF ci siamo fatti collegamento e promotori di una grande iniziativa che oggi vede la luce – hanno commentato per AdF il presidente Roberto Renai e l’amministratore delegato Piero Ferrari – Pensavamo insieme al sindaco Gugliotti che potevamo essere in presenza di una trilogia di discreto interesse artistico. Quello che vediamo oggi racconta di quattro figure probabilmente dipinte da Nastagio di Guasparre detto “Maestro di San’Ansano” risalenti al Quattrocento, un fantastico recupero per il territorio. Ringraziamo a nome della società e del territorio il Gruppo Acea che insieme a noi ha creduto nel restauro finanziando il recupero”.
L’attività finanziata dal contributo del Gruppo Acea ha riguardato il restauro di alcune testimonianze artistiche senesi del Quattrocento, che si trovano nella medievale chiesetta di San Magno a Simignano, un piccolo borgo medievale situato su un altopiano della Montagnola senese, nel comune di Sovicille. Qui le scrostature degli scialbi e maldestri tentativi di scopertura avevano segnalato la presenza di colori e figure, che ora sono in gran parte riaffiorati grazie a un restauro di carattere scientifico diretto da Alessandro Bagnoli e condotto da Massimo Gavazzi.
Lungo il lato sinistro della chiesa si vede una finta pala d’altare, alla quale si accostano sul lato destro quattro figure di Santi. La stratificazione degli intonaci permette di stabilire la sequenza esecutiva degli affreschi, partendo dalla pala, che doveva essere in corrispondenza della mensa di un altare laterale. Probabilmente, non potendosi permettere di far dipingere una costosa tavola con fondo dorato, il responsabile di questa commissione scelse la più veloce ed economica soluzione della pittura ad affresco. Un abile maestro riuscì a dipingere un complesso figurativo, che simula con efficace trompe-l’oeil una pala d’altare così come si producevano fra terzo e settimo decennio del Quattrocento. La soluzione prevedeva ancora la tradizionale forma a trittico, consolidatasi nel corso del secolo precedente, ma con l’aggiunta innovativa di una struttura a centina ribassata, che riunisce la sottostante struttura architettonica tripartita. Gli affreschi raffigurano una Madonna in trono col Bambino in piedi sulle sue ginocchia e accompagnata da due santi e nella predella tre tondi con il Cristo in pietà, la Madonna dolente e San Giovanni evangelista dolente. La consunzione della superficie pittorica permette a malapena di riconoscere nella finta pala la figura di San Sebastiano, mentre non è sicuro se possa identificarsi in Magno o nell’evangelista Matteo l’altro santo. Nonostante il compromesso stato di conservazione, i caratteri di stile suggeriscono l’attribuzione al cosiddetto “Maestro di San’Ansano” ossia Nastagio di Guasparre. Potendo acquisire al catalogo di Nastagio anche la pala affrescata di Simignano, avremo una nuova informazione sul suo ruolo di importante comprimario fra i grandi protagonisti della stagione tardogotica senese. Sono invece ancora in fase di decifrazione e di studio le mal conservate iscrizioni sottostanti i Santi, nelle quali si spera di recuperare i nomi dei committenti e la datazione delle opere.