La spesa media annua per la bolletta dell’acqua degli utenti domestici residenti a Grosseto e Siena è nettamente inferiore rispetto a quanto emerge dal dossier di Cittadinanzattiva.
Considerando la tariffa in vigore nell’anno 2015 delle utenze domestiche residenziali – a cui fanno riferimento i dati di Cittadinanzattiva – la famiglia media residente nel territorio gestito da Acquedotto del Fiora (composta da 2,2 persone a Grosseto e da 2,1 persone a Siena, secondo gli ultimi dati Istat) ha speso per la bolletta del servizio idrico integrato 278 euro (Iva compresa), con un consumo medio di circa 100 metri cubi di acqua.
Invece una famiglia composta da tre persone come quella ipotizzata nel dossier di Cittadinanza attiva ha speso mediamente 411 e non 663 euro all’anno (Iva compresa), perché il consumo medio annuo di tale nucleo familiare a Grosseto e Siena è di 150 e non di 192 metri cubi di acqua come la media annua nazionale.
Il costo della depurazione incide nella bolletta per circa il 45%, a fronte di un servizio che garantisce sul territorio servito una copertura superiore al 94% degli abitanti equivalenti, oltre il 24% in più della media nazionale, circostanza che ha evitato alle nostre comunità le sanzioni europee per mancata depurazione che lo scorso anno sono costate all’Italia circa 500 milioni di euro.
Inoltre va evidenziato che nella bolletta del 2015 sono finiti anche quota parte degli oltre 340 milioni di investimenti realizzati da Acquedotto del Fiora dall’inizio della gestione, con una intensità per abitante residente superiore di 3 volte alla media nazionale, investimenti che oltre alla depurazione hanno interessato il comparto idrico, dove oggi il servizio garantisce livelli di disponibilità della risorsa superiori al 99%, nettamente migliorati negli ultimi anni e con oltre 165.000 parametri analizzati all’anno. Anche per quanto riguarda le perdite idriche, il gestore ha attivato tecniche di indagine e interventi di distrettualizzazione delle reti per una più efficace attività di ricerca, soprattutto nelle aree dove la dispersione è più elevata.
Infine, sono andati nella bolletta del 2015, oltre all’Iva, anche i 10 milioni di euro di elettricità necessaria per estrarre l’acqua dai pozzi, per portarla alle abitazioni e per far funzionare i depuratori, oltre ai costi di gestione degli oltre 8.421 chilometri di rete idrica, 3.211 chilometri di fognatura e 254 tra impianti di depurazione e fosse Imhoff, garantendo il servizio complessivamente a oltre 231.000 utenti con un indice di soddisfazione complessiva dell’87% (fonte: "Indagine customer satisfaction 2015" – Autorità Idrica Toscana).
Questi dati evidenziano che i costi di gestione del servizio idrico integrato dipendono anche dall’estensione territoriale, mentre i ricavi dipendono solo dal numero degli utenti. Tale circostanza incide sulla tariffa pagata dagli utenti di Acquedotto del Fiora, il quale gestisce un ambito che è il quarto a livello nazionale per dimensione territoriale, pari al 33% della Toscana, a fronte però di una popolazione che è solo l’11%.
È evidente quindi che fare un confronto tra gestioni basato solo su parametri statistici nazionali senza tener conto di livelli di servizio, qualità delle prestazioni, struttura dei costi, morfologia territoriale può produrre un quadro della realtà che rischia di essere distorto e non veritiero. Per questo motivo, con l’obiettivo di fare chiarezza, attraverso una esposizione più completa delle specifiche componenti che incidono sulla tariffa idrica, Acquedotto del Fiora parteciperà al convegno pubblico di Federconsumatori su “Tariffa e qualità del servizio nel sistema idrico integrato" che il prossimo 27 aprile porterà a Grosseto rappresentati di gestori idrici nazionali ed internazionali, enti regolatori e istituzioni nazionali e regionali per un approfondimento su queste tematiche.